100 anni fa, il 2 aprile del 1916 (il 20 marzo secondo il vecchio calendario), l'Impero russo protestò ufficialmente per le azioni della flotta turco-tedesca: la causa di ciò fu il barbaro crimine commesso dagli avversari della Russia nel mar Nero presso il paese turco di Of, dove il 30 (il 17 per il vecchio computo) marzo un sommergibile germanico affondò l'ospedale galleggiante russo "Portugal". La tragedia che nel 1916 riecheggiava in tutto il mondo è istruttiva anche per noi che viviamo nel ХХI secolo.

La Turchia entra in guerra

Al momento del suo naufragio, la "Portugal" aveva già 30 anni. Era stata varata nel 1886 in Francia e fino all'inizio della Prima Guerra mondiale era stata utilizzata per il trasporto di passeggeri.

Il 16 (29) ottobre 1914, quando la "Portugal" si trovava nel porto di Odessa, venne bersagliata da navi turche. Non è fuori luogo ricordare che, a parte Odessa, in quel giorno la flotta turca e gli incrociatori tedeschi "Goeben" e "Breslau" aprirono il fuoco anche su Novorossijsk, Feodosia e Sebastopoli. E la Turchia entrava così nella Prima Guerra mondiale.

Il risultato dell'attacco turco alla "Portugal" fu la morte di due membri dell'equipaggio, mentre nella nave stessa si aprirono cinque squarci. Poco dopo, la Francia passò il piroscafo nelle mani del Ministero della Marina russo, su decisione del quale sulla nave fu allestito un ospedale galleggiante della Croce Rossa.

Il personale dell'ospedale comprendeva 3 dottori, un farmacista, un economo, un sacerdote, più di 20 suore di carità, 2 donne di servizio, un responsabile del bucato e più di 50 inservienti. L'equipaggio al completo era composto da 243 persone, russi e francesi. Era francese anche il capitano della nave, Léon Duval.

Sulla "Portugal" erano stati approntati posti per 507 persone, una sala operatoria, due sale di bendaggio, una farmacia, una chiesa ambulante, un laboratorio, una camera di disinfezione, gli alloggi per il personale.

Nel novembre 1915 la Russia informò ufficialmente la Bulgaria e la Turchia dell'entrata in funzione dell'ospedale galleggiante. Il 21 dicembre 1915 (o 3 gennaio 1916) i governi di questi Stati che si affacciano sul mar Nero riconbbero la "Portugal" come imbarcazione utilizzata sotto il patrocinio della Croce Rossa. Di ciò si sapeva anche a Berlino.

Un colpo basso dal sottomarino tedesco

Dopo la presa di Erzerum (per i dettagli si veda l'articolo "La storia di come le armate russe presero le fortezze turche"), l'Armata del Caucaso del generale Nikolaj Judenič nel marzo 1916 si trovava in prossimità del porto di Trebisonda. Nelle vicine retrovie del reparto costiero che avanzava su Trebisonda c'erano dei soldati feriti, tra l'altro non solo russi, ma anche combattenti nemici.

Doveva trarli in salvo la nave ospedale.

Dalla mattina stessa del 17(30) marzo, la "Portugal" era attesa con impazienza da centinaia di feriti. E finalmente apparve, dipinta di bianco. Secondo testimonianze dirette, da lontano si vedevano distintamente l'enorme croce rossa sul fumaiolo e le bandiere della Croce Rossa.

Quello che accadde dopo lo racconta Oleg Ajrapetov, uno dei migliori studiosi nazionali della storia della Prima Guerra mondiale: Dal ponte notarono un periscopio, ma non gli diedero importanza, perché la nave era stata ufficialmente riconosciuta come ospedale dai tedeschi, dai turchi e dai bulgari. Bisogna anche dire che insieme ai feriti russi, c'erano anche quelli turchi e germanici, ma ciò non salvò la "Portugal" dall'attacco.

Da corta distanza vennero lanciati due siluri: uno di essi finì nella sala macchine, le caldaie esplosero e l'ospedale colò a picco nel giro di qualche secondo. Il risultato fu che su 273 persone a bordo del "Portugal" ne morirono 113. I restanti furono salvati da un cacciatorpediniere russo che si trovava nelle vicinanze.

Nel conto delle vittime c'erano anche delle donne: 14 suore di carità e due donne di servizio. Morì anche il rappresentante delle Croce Rossa russa, il conte Leonid Tatiščev. Tra i morti vi era la suora superiora di carità baronessa Anna Fedorovna Meyendorff, che nel momento dell'emergenza dimostrò un coraggio impressionante - nota la ricercatrice Larisa Žigal'cova.

Nonostante tutto, nonostante l'incombente pericolo di morte, il divieto del capo medico che cercava di farla tornare, lei si buttò giù, sul secondo ponte, dove c'erano gli alloggi del personale sanitario. Riuscì a svegliare una giovanissima infermiera, che riposava nella sua cabina e non sapeva quello che stava accadendo, le diede una cintura di salvataggio e quasi la spinse con forza sulla passerella per andare su: ma Anna Fedorovna stessa non ce la fece a uscire.

Si interruppe così il cammino della vita di una donna straordinaria, una baronessa che da suora di carità partecipò alla lotta contro la fame nel Governatorato di Samara e vide la Guerra russo-giapponese e la Prima Guerra mondiale.

L'Impero russo protestò ufficialmente contro le azioni della flotta turco-tedesca. In un nota del Governo russo si legge: Le condizione nelle quali è stato commesso il crimine escludono qualunque possibilità che si sia trattato di un errore da parte del sommergibile; il delitto è stato messo in atto intenzionalmente e consapevolmente.

Il Governo imperiale protesta energicamente con i Governi con cui si trova in stato di guerra, contro questa ennesima violazione delle leggi e degli usi di guerra, contro lo sprezzo costante degli accordi e dei trattati. Esso considera questo crimine non solo un'eclatante violazione del diritto internazionale, ma anche una dimostrazione di ignobile pirateria che lo porti al giudizio della coscienza dei popoli civilizzati.

In risposta alle accuse, i tedeschi e i turchi si misero a mentire, a sviare e a falsificare i fatti. Conviene ricordare che i propagandisti germanici in questo erano già dei maestri molto prima di Joseph Goebbels. Dai corridoi berlinesi fuoriuscì la diceria che la "Portugal" in qualche modo rimorchiasse un barcone pieno di armi e munizioni.

E i turchi non restavano indietro rispetto ai tedeschi: il governo dell'Impero ottomano comunicò ufficialmente che la "Portugal" non portava i colori distintivi della Croce Rossa e venne attaccata in quanto mezzo di trasporto militare. Era una menzogna cinica e sfrontata, paragonabile alle dichiarazioni all'attuale presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan sul bombardiere russo Su-24 abbattuto dai turchi nei cieli di Siria.

Il 3(16) aprile 1916 in risposta alla criminale violazione delle leggi di guerra e alla falsificazione dei fatti evidenti da parte di tedeschi e turchi, la Direzione generale della Croce Rossa russa interruppe ogni contatto con le società della Croce Rossa di Germania, dell'Austria-Ungheria, della Bulgaria e con la società della Mezzaluna Rossa di Turchia, fino a che non si fossero unite alla protesta per l'affondamento della nave ospedale russa.

La perdita del piroscafo "Vpered"

Quali conclusioni avessero tratto turchi e tedeschi da questa tragedia, fu definitivamente chiaro all'inizio dell'estate del 1916.

Ancora il 31 марта (13 aprile) la società russa della Croce Rossa dichiarò che si sarebbe trovato un sostituto alla nave affondata "Portugal": lo divenne il piroscafo "Vpered". Il 13(26) maggio vennero conclusi tutti i lavori su di esso e il responsabile della Croce Rossa conte A. Tyškevič si rivolse ufficialmente al Ministero degli Esteri con la richiesta di mettere al corrente i Paesi in guerra con la Russia della comparsa nel mar Nero di un nuovo ospedale galleggiante.

Come conferma lo storico Oleg Ajrapetov, ciò venne fatto secondo i modi dovuti sia nei confronti del piroscafo "Vpered" sia verso l'altro ospedale galleggiante "Atene".

Alle 4:30 del 25 giugno (8 luglio) 1916, lo "Vpered" uscì da Batumi per prelevare i feriti a Trebisonda. Alle 9:35 un sommergibile tedesco di nuovo senza alcun preavviso lanciò dei siluri e affondò l'ospedale galleggiante russo. Lo "Vpered" si inabissò a 32 miglia da Batumi e a 2 miglia dalla costa di fronte a Rize. La giustificazione fu ancora la favola del traino di barconi militari (e facciamo notare che Rize si trovava già nelle retrovie russe).

Non facendo molto affidamento sull'onestà dei sommergibilisti tedeschi, lo "Vpered" era costantemente preparato ad un attacco: il periscopio era stato segnalato prima che il sottomarino sparasse la salva e l'effetto fu che si riuscì a calare in acqua le scialuppe e a salvare gran parte dell'equipaggio.

Su 67 persone morirono quattro marinai, un fuochista, un inserviente, un giovane volontario e il comandante della nave, il contrammiraglio in pensione Al'fred Vil'gel'ms.

All'immediata ennesima protesta della Croce Rossa russa, Berlino e Ankara risposero nel loro tipico stile: con menzogne e demagogia. Turchi e tedeschi non ebbero parole di rammarico nemmeno questa volta.