La concatenazione di idee potrebbe continuare all'infinito, mentre si fissano le visioni che affiorano alla memoria di eroine letterarie e musicali, e poi sorge un'immagine di perfidia e amore, amore e odio. Ma che c'entra con tutto ciò, vi chiederete, Angela Merkel?

C'entra perché gli eventi accaduti in quell'Europa unita, unificata da Schengen, dall'euro e dai valori paneuropei, a seguito dell'incontrollabile ondata migratoria si possono definire in qualunque modo, ma non certo come una premurosa sollecitudine dell'Europa (in questo caso della Germania) verso i suoi stessi cittadini, i quali a dimostrazione di amore genuino verso la madre della nazione l'hanno persino ribattezzata Mammina Merkel.

Gli eccessi di Capodanno, i bagordi di una sfrenatezza selvaggia, lo sbeffeggiamento delle donne emancipate nelle piazze centrali di fronte alla polizia tedesca inerme e ridotta del 20%… I cosiddetti migranti sono stati abilmente indirizzati contro la civiltà europea e i suoi centri di storia e di cultura. Il comportamento sfacciato dei "poveri migranti", a loro dire invitati in Europa dalla Merkel, comincia ad assumere i contorni di un cataclisma innaturale. Alla polizia è stato ordinato di tacere, di non mettere a verbale i casi di violenza e oltraggio, alle vittime viene raccomandato di girare a distanza di braccio teso — come in un brutto sogno. L'idea stessa del braccio teso, in Germania per giunta, e addirittura di fronte ai musulmani?!. Ci si risveglia sconvolti, perché si capisce che il sogno, ahimé, è proprio nella mano, ma nella mano dei banditi organizzati, dei burocrati che deviano lo sguardo dall'evidenza della gigantesca e scandalosa svolta che sta accadendo sul territorio dell'Europa libera.

L'Europa si sta riempiendo di genti islamiche, che sono tra l'altro contrarie all'aborto e alla zoofilia, ma a favore di valori familiari tradizionali. Costoro incessantemente mettono al mondo una quantità enorme di futuri operai (e non solo!) e — a giudicare dai fatti recenti — anche di forze manovrabili dall'esterno.

Si tratta di uomini forti in età riproduttiva, di guerrieri, di aggressori, di invasori, di violentatori, di conquistatori, che non conoscono pietà o compassione. Mettono a morte le loro stesse madri. Non sono state in grado di fermarli le irreprensibili guardie di frontiera dei Paesi dell'Unione Europea, hanno distrutto le barriere e l'immagine di sé come quella di persone infelici e perseguitate. La schiacciante maggioranza di questi flussi migratori è fatta di uomini, e solo di rado di donne e bambini. Essi disprezzano e odiano l'Europa e l'Occidente e sono pronti a ridurre in macerie la civiltà occidentale. A loro non servono armi, perché masse fatte da milioni di individui imbestialiti devastano qualunque cosa trovino sul loro cammino, anche se arrivassero in Europa a piedi scalzi. Demolire una civiltà elevata e fragile, creata dallo spirito e dall'intelletto collettivo degli europei nel corso di centinaia di anni, è possibile nel corso di pochi mesi.

Tutto ciò è stato sostanzialmente favorito dall'atteggiamento ostinato della mammina, diventata matrigna del suo stesso popolo e di tutta l'Europa. Come reazione obbligata dei tedeschi politicamente corretti vi è stato il ricorso del 23 gennaio alla Corte Costituzionale Federale di Karlsruhe da parte di un gruppo di giuristi, che hanno fatto causa alla politica migratoria del governo della Germania. Gli avvocati chiedono che la decisione di Angela Merkel del 4 settembre 2015, che ha aperto le frontiere ai migranti, venga riconosciuta contraria alla Costituzione della Repubblica Federale di Germania.

Il giornale Spiegel riporta le parole dell'autore del ricorso, l'avvocato di Düsseldorf Clemens Antweiler: La Cancelliera della Germania, nella cornice del suo mandato politico, non ha il diritto di oltrepassare il limite della legge e di trascendere la delega che ha ricevuto dagli elettori attraverso il Parlamento. Sembrerebbe che la pazienza dei tedeschi, che sorseggiano placidamente birra, stia giungendo al termine.

Il ricorso alla Corte Costituzionale è una storia a sé, ma sulla sua scia è arrivato inevitabilmente il desiderio della Baviera di affrancarsi dall'incubo dei migranti accollati a miriadi da Mammina Merkel. Nessuno nutre dei dubbi sulla sincera e umana compassione dei cittadini tedeschi verso coloro che sono stati costretti a cercare la salvezza nel prospero Occidente.

Ma una cosa è la posizione etica cristiana di un singolo individuo, la cittadina Angela Merkel, e un'altra, completamente diversa, sono le decisioni politiche ed economiche prese dalla Cancelliera della Germania per le quali pagano i cittadini dello Stato tedesco: è un delitto contro il proprio popolo e un tradimento degli interessi di questo.

I sondaggi d'opinione non lasciano la minima ombra di dubbio sulla gravità della situazione che si sta venendo a creare in Germania. "Wer A sagt, muss auch B sagen" (quando si è in ballo bisogna ballare) dicono i tedeschi, che tradotto nel proverbio in lingua russa suona così: "Se hai preso in mano la correggia, non dire che non sei forte".

L'Europa unita ha già contratto la malattia chiamata "indipendentismo" con i suoi referendum ormai di "moda" sull'autonomia: Catalogna dalla Spagna, Scozia dalla Gran Bretagna, Corsica dalla Francia, e infine la Baviera, non concorde con la politica di Berlino. Forse i tranquilli bavaresi, secondo i risultati del referendum esteso a tutto il Länder, non volendo che si intensifichi eccessivamente la contrapposizione al governo federale, possono separarsi in maniera saggia dal resto della Germania, non dissociando gli obblighi finanziari dall'entusiasmo di Mammina Merkel verso tutti gli altri popoli, che in modo sia letterale che figurato oltrepassano tutte le frontiere.

La Commissione europa ha dichiarato persino che l'attuale crisi migratoria nel mondo è la peggiore dai tempi della Seconda Guerra mondiale: nel 2015 sono arrivati nell'Unione Europea più di 1,2 milioni di migranti, perciò la relativa politica della Cancelliera della Germania negli ultimi tempi fa sorgere sempre più domande non solo tra la popolazione tedesca, ma anche in tutta l'UE.

E non sorprende affatto come tale situazione provochi malumore pure nei membri del blocco CDU/CSU, che adesso si trova a un livello record di scarsità di consensi (con la perdita del 40% dei votanti). Il Financial Times aggiunge all'inquietudine della coalizione alla guida della Germania la previsione che conseguentemente a questa politica irresponsabile crescerà il rischio della trasformazione, ad opera degli elettori, delle prossime elezioni regionali in un referendum sull'immigrazione.

In questo modo non si è realizzato nulla dell'idea di unificazione paneuropea, di consolidamento, di integrazione e di sostegno comune alla linea politica di Angela Merkel delle tre "A" per i migranti musulmani, cioè graduale adattamento con successivi assimiliazione e assorbimento, cioè fusione completa nella nuova comunità sociale europea. La costruzione secondo il principio "Siamo tutti europei" è crudelmente sfociata nel suo opposto: l'esito è il rigetto e l'alienazione, e la sfiducia delle nazioni l'una nell'altra. Da qui la discordia e le contraddizioni nelle alte sfere politiche: una situazione che rappresenta a sua volta un'evidente minaccia all'Europa unita.

E nella recente dichiarazione della Cancelliera tedesca Angela Merkel, che ancora l'anno scorso puntava sulla difesa dell'apertura e della tolleranza verso lo tsunami dei rifugiati, la sua ammissione del fallimento della politica del multiculturalismo viene già recepita come un grido di aiuto. Sarebbe interessante sapere chi è che concretamente voglia salvare: se gli amati tedeschi dai migranti oppure gli ospiti indesiderati dagli invisi tedeschi che stanno protestando non certo per gioco?

Si lacera così, povera tedesca senza figli che vive in un minuscolo appartamento nel centro di Berlino, tra il richiamo del cuore e il giuramento fatto al popolo tedesco, quando tutti gli abitanti della Germania riunificata le hanno affidato il governo, la salvaguardia e la prosperità della patria.

Bruxelles, com'è noto, nel tentativo di elaborare durante gli anni relativamente "sereni" un approccio unico al problema della migrazione, oggi ha persino paura di toccare il tema, consapevole della serietà della diagnosi sulla crisi e dell'impossibilità per il consulto europeo di presentare una ricetta di una panacea alla pandemia migratoria.

E c'è pure la lettera minatoria ad Angela Merkel da parte del primo ministrо di Baviera e leader dell'Unione Cristiano-Sociale (CSU) Horst Seehofer, con la richiesta di fermare l'afflusso dei migranti o in caso contrario l'avrebbe forzata tramite il tribunale… Assomiglia all'ultima lettera di avvertimento della scuola ai genitori che il loro figliuolo per il comportamento sconveniente rischia un'espulsione imminente e categorica.

Come reagirà Mammina Merkel a questa lettera che riguarda i suoi disubbidienti 1,2 milioni di nuovi figli?