Negli ultimi mesi e in particolare nelle ultime settimane la Moldavia sta affrontando una vera bufera di proteste antigovernative. Sembrava che per molti anni i cittadini moldavi avessero combattuto per la loro "scelta europea" e avessero avuto tutte le necessarie garanzie simboliche che la loro lotta fosse stata coronata dal successo. Esiste un Accordo di associazione tra Moldavia e UE, si sta implementando un regime di zona di libero scambio, e vige persino l'ingresso senza visto nell'UE (che è oggetto dell'invidia ucraina). Tuttavia, è passato più di un anno dopo che tutti questi benefici sono stati raggiunti, ma le condizioni socio-economiche del Paese sono soltanto peggiorate. Mentre sulla direttrice economica europea non è avvenuto alcun cambiamento positivo, la cooperazione sulla direttrice orientale (russa) ha patito fortemente.

Lo scenario in cui è incorsa la Moldavia rappresenta una modalità standard perfezionata negli ultimi 20 anni: la completa deindustralizzazione, che trasforma un Paese in una fonte di mano d'opera illegale a buon mercato e al tempo stesso in uno sbocco per i prodotti europei. Ci sono già passati molti Paesi dell'Europa orientale: Lituania, Lettonia, Estonia, Bulgaria, pur essendo questi divenuti formalmente dei membri UE di grado pari a tutti gli altri. Invece Moldavia e Ucraina non detengono alcun diritto e rappresentano formalmente delle parti discriminate dell'accordo di associazione.

Inoltre l'attuale atmosfera tesa (rivoluzionaria) in Moldavia viene sostenuta non soltanto dagli assertori dell'integrazione eurasiatica orientale economico-commerciale, ma anche dagli europeisti "radicali" che propugnano l'entrata della Moldavia nella Romania e in tal modo nell'Unione Europea. Il regime al comando in Moldavia è la quintessenza dell'ordine oligarchico, con un'enorme corruzione e con altri meccanismi di arricchimento non legale da parte di un piccolo gruppo dirigente. Gli estremisti rumeno-europei pensano che una Moldavia indipendente non sia in grado di funzionare come entità statale e che l'ordine e il diritto possano essere instaurati solo dal potere di un altro Stato, in questo caso la Romania.

In questa maniera la scelta europea, grazie alla quale nel 2009 i suoi sostenitori presero con la forza il potere, ha portato la Moldavia a un'accelerazione dei processi sistemici di degradazione e forse all'estinzione totale di un'entità statale moldava. Coloro che protestano in Moldavia chiedono il cambio del regime di governo e le elezioni anticipate. Si è formato un comitato di salvezza nazionale che ha annunciato di essere pronto a effettuare la chiusura delle vie automobilistiche e non solo. Tutto ciò sta accadendo nonostante l'assistente del Segretario di Stato USA V. Nuland abbia recentemente dichiarato che gli USA appoggiano pienamente il regnante regime oligarchico e pure il gabinetto dei ministri, eletto clandestinamente al di là di qualunque procedura costituzionale. Si tratta di una circostanza altamente interessante, poiché probabilmente è il primo precedente in Europa Orientale di una rivoluzione che avviene malgrado la volontà americana e non per ordine di questa e sotto la sua guida. Se Stati Uniti ed Europa non riusciranno a sedare le proteste e vi sarà un cambio di potere in Moldavia, sorgerà allora una situzione nuova, nella quale diventano possibili delle "rivoluzioni controcolorate", persino se gli USA sono contrari.

I rappresentanti pubblici della Russia non commentano particolarmente la situazione in Moldavia: tutto sta avvenendo in modo naturale, per così dire. Però le autorità moldave cercano con accanimento la mano di Mosca in tutto ciò che accade, ma non riescono proprio a scovarla. Quindi espellono dal Paese tutti i corrispondenti russi e tolgono loro per diversi anni il diritto di entrata in Moldavia. Addirittura le istituzioni europee hanno detto qualcosa a proposito del carattere illegittimo delle azioni delle autorità moldave verso i giornalisti russi: ma la mano di Mosca sicuramente è presente. Essa è molto potente, anche se in qualche modo è "invisibile". La mano di Mosca è fatta da un terzo dei cittadini moldavi, che risiedono in Russia per lavoro, dagli agricoltori che hanno perso i loro mercati di sbocco, dalla morente industria alimentare che non può vendere nulla in Europa. Infine, la mano di Mosca tiene la "chiave" dell'integrità territoriale della Moldavia, che va sotto il nome di Transnistria.

Confinante con la Moldavia, l'Ucraina con qualche anno di ritardo rispetto a questa ha preso la strada del colpo di Stato nell'interesse dell'opzione europea. Tutto quello che i moldavi hanno già ottenuto (ALS — area di libero scambio, ingresso senza visti), l'Ucraina lo sta avendo solo adesso (ALS) o spera di riceverlo (ingresso senza visti). Tutto ciò porterà all'Ucraina la crescita economica e la stabilità sociale? La risposta a questa domanda è ovvia: no. La lacerazione dei rapporti con la Russia e l'Eurasia ha appena iniziato a farsi duramente sentire nell'economia ucraina. Più avanti, la situazione si aggraverà. A proposito, qualche regione dell'Ucraina potrebbe persino "gradire" molto continuare il suo percorso verso l'Europa facendo però parte di altri Stati. Ad esempio, la Bucovina nella Romania e la Galizia all'interno della Polonia. Infatti, il regime oligarchico che comanda l'Ucraina non si distingue in linea di principio da quello della Moldavia; ancora negli anni '90 quest'ultima perse de facto una parte del suo territorio, la Transnistria, mentre oggi l'Ucraina ha perso Crimea e Donbass.

In Moldavia sono passati 6 anni dalla "rivoluzione europea" alla controrivoluzione di oggi. Vi sono tutti i fondamenti per supporre che, tenendo presente la crisi europea in rapido peggioramento, la guerra civile e l'economia ucraina distrutta già da adesso, tali processi si svilupperanno molto più velocemente.

L'Ucraina non ha a disposizione questi 6 anni. Molti ucraini comprendono già oggi che l'associazione con l'UE rappresenta la morte dell'industria e dell'agricoltura nazionali. L'Ucraina non ha acquisito nulla, ma ha solo spalancato il proprio mercato nel cui ambito i produttori locali non sono in condizione di concorrere con gli articoli europei; è stata essa stessa a rompere del tutto le relazioni economiche con la Russia e ha perduto non solo il mercato russo, ma anche gli altri mercati eurasiatici. L'Ucraina non può dare risposta a questioni semplici, ma vitali: da dove ricaverà i suoi guadagni e come? La Moldavia, dopo 6 anni dall'eurorivoluzione ha improvvisamente capito che non la manterranno e non le faranno fare dei profitti in Europa. In Ucraina è tutto molto più duro, perciò già al terzo anno dopo l'Euromaidan molto probabilmente si scopriranno tutte le "amenità" della scelta europea fatta dal Paese. L'Unione Europea nutrirà la povera Ucraina coi suoi 40 milioni di abitanti? No. Non vuole sostentare nemmeno la Moldavia con appena 3 milioni di persone. Gli USA supporterebbero volentieri un regime antirusso in Ucraina, ma non di per sé, bensì in vista di una guerra con la Russia. Tuttavia, l'Europa è contraria a una guerra entro i suoi confini, e questa contraddizione in seno alla NATO rompe l'intero gioco americano. Non a caso, l'Occidente sta cominciando a forzare in modo sempre più palese l'Ucraina all'adempimento del Minsk-2 e a una federalizzazione di fatto. Ci sono poche possibilità che Kiev approvi una nuova Costituzione e metta in atto il Minsk-2, ma anche se ciò accadesse non farebbe altro che peggiorare la situazione rispetto alla stabilità socio-economica e politica. Durante quest'anno l'Ucraina sarà in condizioni ancora più difficili di quelle in cui si trova oggi la Moldavia completamente "euro-associata". Sarà possibile in Ucraina una "controeurorivoluzione"? Le circostanze attuali della Moldavia ci fanno supporre una risposta positiva a questa domanda.