La globalizzazione dei consumi è stata sostituita dalla globalizzazione della guerra e da quella del terrorismo, che a sua volta è segnata dalla diffusione della cosiddetta dottrina dello shock. Quest'ultima è una tecnica di azione traumatica applicata sulla collettività, che si genera come risultato di sconvolgimenti sociali di massa, attacchi terroristici e catastrofi naturali, originariamente elaborata dagli ideologi della scuola economica di Chicago al fine di effettuare riforme economiche neoliberiste nei Paesi del Terzo Mondo.

L'oggetto della terapia dello shock è diventato ormai tutto il mondo, senza alcuna eccezione, ma non lo ha ancora capito l'Occidente, che sta provando lo shock su di sè nella forma della crisi dei migranti e degli attacchi terroristici. La continuazione dell'attività dei consiglieri economici di Chicago (i cosiddetti Chicago Boys) è divenuta l'Internazionale terroristica nera, che rappresenta lo strumento per lo smantellamento finale della società e dello Stato tradizionali.

La terapia dello shock come tecnica universale di annientamento della società

Alla dottrina dello shock è dedicato l'omonimo saggio di Naomi Klein ("Shock economy: l'ascesa del capitalismo dei disastri", Milano 2007), che descrive in dettaglio le tecniche e le conseguenze socio-economiche di tutta una serie di terapie traumatiche iniziate e sperimentate in America Latina. La locuzione "terapia dello shock" è tristemente nota anche alla collettività russa dagli anni '90, quando fu dichiarata linea ufficiale del corso riformistico sociale ed economico.

La terapia dello shock può essere considerata un prototipo sui generis della moderna guerra ibrida, perchè proprio in essa la condensazione di elementi economici, sociali, ideologici, politici, di informazione, di polizia e di autorità ha ricevuto una giustificazione concettuale. La tecnica dello shock, diventata mondiale e onnicomprensiva, ha smesso di essere locale e selettiva e lo Washington Consensus ne ha formalizzato la globalizzazione.

Al giorno d'oggi non è di fatto rimasta nessuna società che non abbia provato su sè stessa le terapie traumatiche e che non si sia imbattuta nei risultati di queste. Conseguenza degli attentati dell'11 settembre 2001 a New York non è stata solo l'invasione americana di Iraq e Afghanistan, ma anche la conduzione sistematica di riforme antisociali, l'indebolimento del settore pubblico e la baldoria della corporatocrazia e della "modernizzazione corporativa" della società.

Il principale risultato dell'applicazione di codesta dottrina del trauma è rappresentato dallo smantellamento e dalla trasformazione forzata della società e dello Stato tradizionali, la cui fase intermedia è quella del capitalismo delle catastrofi. Come nota la Klein, gli Stati, come i singoli individui, dopo un forte shock non si "resettano", tornando al punto di partenza, ma semplicemente si sgretolano e proseguono nella loro disgregazione.

In questo senso erano estremamente ingenue le attese di chi credeva che dopo i mostruosi attentati in Francia l'Europa avrebbe "risvegliato" o mutato il suo atteggiamento verso la Russia. La società europea è già trasformata al punto di non essere in grado di fare alcuna resistenza allo shock.

Le basi socio-economiche della dottrina dello shock

A livello ideologico, politico ed economico la Scuola di Chicago è sorta come risposta al keynesianesimo e alle sue tesi sulla regolazione del mercato e sul capitalismo controllabile. Gli ispiratori del pensiero e santi patroni della Scuola di Chicago sono Milton Friedman e Friedrich Hayek, che formularono in modo estremamente chiaro l'ideologia socio-economica della nuova società sotto forma di mercato libero: scopo finale, per il quale devono essere distrutti i nemici che si oppongono ad esso.

Tutte le tracce dell'eredità keynesiana devono essere sottoposte alla cancellazione totale dall'economia mondiale; ma finché esisteva il modello sociale alternativo e concorrente della società sovietica, il capitalismo liberalista doveva per forza sostenere in Occidente un tenore di vita sufficientemente alto.

Indipendentemente dalle particolarità dei regimi politici, delle contraddizioni geopolitiche e dei conflitti con gli Stati nazionali, praticamente in tutti i Paesi del mondo sta avvenendo una smobilitazione delle conquiste dirette o indirette ottenute dalle rivoluzioni sociali all'inizio del ХХ secolo: tale processo rappresenta in sostanza il contenuto dell'attuale globalizzazione.

La terapia d'urto in Europa viene condotta con l'obiettivo di realizzazione la demolizione definitiva della cosidetta società del benessere diffuso e nello specifico dell'eurosocialismo. Avvengono oggi dei cambiamenti delle proporzioni di sommovimenti tettonici già nel "prospero Occidente", "nel miliardo d'oro".

Tali modifiche non si riducono a un semplice ritorno al vecchio capitalismo e imperialismo. La controrivoluzione sociale insedierà un tipo di relazioni nuovo, a suo modo "post-umano": sulla scena della Storia entra un nuovo soggetto di potere, che Aleksandr Zinov'ev descriveva in termini di super-società e super-autorità.

La combinazione di riforme antisociali, promosse dal capitalismo globale con la modalità più terribile e mostruosa, quella del terrorismo prodotto dall'Internazionale nera, conduce il mondo alla condizione regressiva di completa atrofia. Si giunge così all'assoluta rassegnazione verso il prossimo shock che si va preparando, come detto nella terminologia di un altro teorico dei cambiamenti futuri, Alvin Toffler.

Le convulsioni della società dei consumi

La dottrina dello shock cambia forme e mezzi, ma resta immutato il suo principio di base: disorientare la vittima e privarla della capacità di opporre resistenza ai peggioramenti sociali. Comunque, l'anestesia dei consumi, iniettata nell'organismo della collettività occidentale per poi raggiungere anche gli altri Paesi non occidentali, continua ancora a fare effetto.

Una delle reazioni della moderna società globalizzata dei consumi è quella di ignorare e negare i cambiamenti in atto; ciò accade anche in Russia, nel momento in cui la situazione di caos crescente viene vista solo come un'incompresione temporanea.

La collettività vuole continuare a consumare e a divertirsi. L'esortazione a bere champagne e a godersela, come "degna" risposta al terrorismo ("Che vadano a farsi f… Beviamo champagne!"), nelle caricature del tristemente famoso Charlie Hebdo, corrisponde pienamente al livello di comprensione dei processi in atto da parte degli europei.

Il consumatore globale moderno è una creatura infantile e isterica, assolutamente manipolabile e nuda di fronte alla dottrina dello shock. Il problema sta in questo: sia il consumismo che l'individuo-consumatore non sono più funzionali al sistema mondiale che incalza e del quale danno accenni grotteschi le utopie letterarie e cinematografiche.

Lo shock penetra in tutte le sfere della vita che prima erano "difese"; va aumentando, ma è impossibile sopravvivervi nella cornice del consumismo e del capitalismo liberale. Del resto, qualunque mutamento rivoluzionario di visione della realtà rappresenta già di per sé un nuovo shock.