Piu di 75 anni fa, il 10 ottobre 1939 fu firmato il trattato sovietico-lituano di mutua assistenza, secondo il quale l'Unione Sovietica passava alla Lituania Vilna e la regione di Vilna. Su tale conseguenza della cosiddetta "occupazione sovietica" i politici lituani tacciono all'unisono. Non ricordano neanche che durante "l'occupazione" la popolazione della Lituania era in crescita e ora invece si riduce e il territorio della Repubblica aumentava come schiuma.

Tale silenzio non è un caso. La Lituania, che era nel complesso dell'URSS la vetrina delle conquiste del socialismo, nei 24 anni dalla sua indipendenza non ha ottenuto prosperità, ma si è trasformata in una colonia dell'UE. Non essendo in grado di risolvere i problemi sociali ed economici attuali, l'élite lituana imbottisce la popolazione con le storie dell'orrore della "occupazione sovietica", la cui negazione in Lituania è punibile dalla legge.

Ricordiamo le acquisizioni territoriali della Lituania, fatte durante la "occupazione". Tali miracoli non erano mai successi prima con qualsiasi Stato occupato!

La storia delle perdite della Lituania anteguerra

Poco dopo la fine della Prima guerra mondiale, le truppe tedesche lasciarono i territori occupati che oggi fanno parte della Lituania. Non si erano ancora raffreddate le piste degli stivali tedeschi che diverse forze politiche tentavano di colmare il vuoto di potere. Di conseguenza, nel febbraio del 1919, si formò la Repubblica Socialista Sovietica Lituano-Bielorussa con capitale a Vilna.

Tuttavia, gli eventi si svilupparono ulteriormente a una velocità mozzafiato. Già il 19 aprile le truppe polacche occuparono Vilna. Un anno dopo, nel pieno della guerra sovietico-polacca, l'Armata Rossa espulse gli invasori polacchi da Vilna. Nel luglio 1920 la Federazione Russa riconobbe l'indipendenza della Lituania e per la prima volta concede Vilna e la regione adiacente.

La sconfitta delle truppe di Mikhail Tukhachevsky nei pressi di Varsavia portò gravi conseguenze non solo alla Federazione russa, ma anche alla Lituania. Il leader della Seconda Repubblica di Polonia, Jozef Pilsudski, la cui infanzia la passò a Vilna, voleva vedere la città come parte della Polonia. Per occupare Vilna, Varsavia eseguì una combinazione di molti passi. Tutto iniziò con il fatto che l'8 ottobre 1920 "si ribellò" la divisione sotto il comando di un altro polacco, originario della regione di Vilnius, generale Lucjan Żeligowski. La divisione occupò Vilna senza incontrare la resistenza delle autorità lituane e le loro forze armate.

Pilsudski formalmente si distanziò dalla presunta azione "non autorizzata" di Żeligowski. Tuttavia, già il 12 ottobre dichiarò ai diplomatici della Francia e del Regno Unito che "i suoi sentimenti sono dalla parte di Żeligowski". I tentativi di risolvere il conflitto attraverso la via diplomatica, intrapresi nel 1921, fallirono. La Lituania ruppe le relazioni diplomatiche con la Polonia. L'8 gennaio 1922 si tenerono le elezioni nel Parlamento transitorio della Repubblica della Lituania Centrale. Il 20 febbraio esso decise di unire la regione di Vilna alla Seconda Repubblica di Polonia.

Il 15 marzo 1923 la conferenza a Parigi degli ambasciatori accreditati di Regno Unito, Italia e Giappone, presieduta dal rappresentante del governo francese istituì il confine polacco-lituano. Stabilì che la regione di Vilna passava alla Seconda Repubblica di Polonia. A sua volta, il governo sovietico in una nota del 5 aprile 1923 dichiarò alla Polonia di non riconoscere la decisione della conferenza degli ambasciatori. Poiché ognuno rimase con la propria opinione, non vi è nulla di sorprendente nel fatto che per tutto il periodo tra le due guerre Varsavia ebbe un cattivo rapporto non solo con Mosca, ma anche con Kaunas (allora la capitale della Lituania).

Fino all'inizio della Seconda guerra mondiale, la regione di Vilna rimase il "pomo della discordia" tra la Lituania e la Polonia.

Per oltre 15 anni Varsavia cercò di ristabilire relazioni diplomatiche, il che, secondo le autorità polacche, significava il riconoscimento della perdita di Vilna alla Lituania. Quando i fautori di Pilsudski persero la pazienza, adottarono un'altra provocazione. L'11 marzo 1938 presso la linea di demarcazione polacco-lituana fu trovato morto una guardia di frontiera polacca. Per indagare sull'incidente Kaunas propose a Varsavia di creare una commissione mista. Tuttavia i polacchi rifiutarono categoricamente la proposta, dando una colpa infondata per l'omicidio alla parte lituana. Lo scopo della provocazione fu reso chiaro il 17 marzo, quando Varsavia presento alla Lituania un ultimatum, chiedendo di ristabilire le relazioni diplomatiche e rimuovere dalla costituzione la menzione di Vilna come capitale dello Stato. La minaccia di una invasione polacca costrinse Kaunas ad accettare tale condizioni.

Esattamente un anno dopo, la Lituania dovette affrontare una nuova minaccia. A marzo del 1939 la Germania nazista chiese alla leadership lituana di concedere Klaipeda e la regione di Klaipeda. Forza per resistere i lituani anche quella volta non ne avevano…

La storia di acquisti della Lituania

Le maledizioni più forti dei politici e giornalisti lituani da molti anni sono state dedicate al patto Molotov-Ribbentrop del 23 agosto 1939. Tuttavia, i lituani a meno di chiunque fosse, hanno motivo di una tale reazione. Perché subito dopo il 28 settembre 1939 quando la Seconda Repubblica di Polonia scomparve dalla mappa politica dell'Europa, la Lituania ebbe la possibilità di ritornare nella regione di Vilna.

L'Armata Rossa entrò a Vilna il 19 settembre. Una parte significativa della regione di Vilnius fu inclusa nella Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa.

Tale decisione, che oggi può sembrare strana, a quell'epoca non lo era. Alcuni politici bielorussi esprimevano le loro pretese di Vilna già nel 1919. E, soprattutto, la popolazione della regione di Vilna, sia nel 1919 che venti anni dopo, non era lituana nella sua composizione.

Il 10 ottobre 1939 fu firmato il trattato sovietico-lituano di mutua assistenza. L'Unione Sovietica ottenne la possibilità di creare delle basi militari sul territorio della Repubblica e passò Vilna e la regione di Vilna alla Lituania. La città fu rinominata Vilnius e dichiarata capitale della Lituania.

Va notato che tale decisione non piacque alla leadership della Bielorussia sovietica, che aveva interessi su Vilna. Tuttavia, il "Capo dei popoli" fece la scelta non in loro favore.

Il 27 ottobre le truppe lituane entrarono a Vilnius. Il giorno dopo la cerimonia di benvenuto alle truppe lituane fu annessa ufficialmente. Tuttavia i lituani esultanti si accorgevano costantemente degli sguardi ostili dei polacchi.

Lo storico lituano Česlovas Laurinavičius scrive:

"Se i lituani speravano che i polacchi, come parte che ha perso la loro statualità, si sottomettessero umilmente al loro dominio, i polacchi, invece, speravano che i lituani cedessero volontariamente l'iniziativa proprio ai polacchi e non solo perché si consideravano una nazione più civile rispetto ai lituani".

Poi Laurinavičius ha costatato:

"In sostanza, tutti gli autori che studiano il governo lituano a Vilnius, lo descrivono come nazionalista e piuttosto duro… La lituanizzazione della regione di Vilna fu imposta in primo luogo, con i mezzi di polizia, in particolare, fu controllato che la gente per le strade di Vilnius non parlasse polacco. Coloro che non conoscevano la lingua lituana, venivano licenziati. La crudeltà del governo si manifestava nell'espulsione dal territorio non solo dei profughi di guerra, ma anche dei cosiddetti "nuovi arrivati", cioè quelli che secondo la visione lituana non erano indigeni. Tra l'altro, le persone venivano trasferite dal territorio non solo ad altre regioni della Lituania, ma anche in Germania e in URSS, secondo l'accordo con queste ultime… Di conseguenza, in pratica non solo i profughi di guerra hanno perso la cittadinanza, ma molti di coloro che vivevano nella regione durante il governo polacco".

Ben presto, il Dipartimento di Sicurezza dello Stato del Ministero degli Affari Interni della Lituania e la Gestapo conclusero un accordo segreto in base al quale i servizi segreti lituani cominciarono a passare nelle mani dei colleghi tedeschi i membri della resistenza polacca e quelli polacchi di cui le autorità lituane volevano sbarazzarsi. Si può immaginare quale "caloroso benvenuto" aspettava ai polacchi dal Terzo Reich di Hitler…

Ancora una volta, i lituani persero l'opportunità di essere padroni della propria capitale al secondo giorno della Seconda guerra mondiale, quando gli hitleriani entrarono a Vilnius. Tre anni dopo, il 13 luglio 1944 la città fu liberata dagli invasori. Appositamente per gli scolari e gli studenti lituani comunico che lo fecero non i "fratelli di bosco" lituani, ma l'Armata Rossa.

Non altro che il maledetto, dalle autorità lituane e dai nazionalisti lituani, Stalin dopo la cacciata dei nazisti tedeschi e i loro scagnozzi per la terza volta restituì alla Lituania la sua capitale.

Concesse alla Lituania Klaipeda con il territorio di Klaipeda. Anche se poteva non farlo. Soprattutto perché la città, fondata nel 1252 dai cavalieri tedeschi per secoli apparteneva alla Prussia e veniva chiamata Memel. Entrò a far parte della Lituania soltanto nel 1923. E solo dopo 16 anni il Cancelliere del Terzo Reich con il consenso del governo lituano restituì Memel alla Germania. Pertanto, quando dopo la guerra la Prussia orientale passò all'Unione Sovietica, Stalin poteva lasciare Klaipeda con il territorio adiacente nella composizione della RSFSR. Ma cedette la regione di Klaipeda alla Repubblica Socialista Sovietica di Lituania.

Tra gli altri doni di Stalin si può menzionare la città balneare Druskininkai. Ad ottobre 1940, Stalin concesse alla Lituania Druskininkai che prima faceva parte della RSS Bielorussa. La stessa sorte toccò a Švenčionys e alla stazione ferroviaria Godutishki (lituano: Adutiškis) ai villaggi circostanti che in precedenza facevano parte della RSS Bielorussa.

 

P.S:

Lo studio delle cause di una generosità davvero fenomenale del compagno Stalin nei confronti della Lituania è un importante problema scientifico. Era ora che i colleghi lituani lo affrontino e, infine, scoprano la verità. Altrimenti l'immagine "dell'occupazione sovietica" non sarà completa…