Gli eventi in Ucraina e lo spaccamento di questo Paese in due, non tanto per appartenenze etniche quanto per parametri di civiltà, hanno determinato la formazione di una nuova Idea nazionale in Russia.

Per un quarto di secolo la ricerca di tale idea è scivolata lungo il letto di due simbolici fiumi che non si incontrano e che scorrono in direzioni opposte: da una parte quello liberale e di idelogia filo-occidentale, dall'altra quello post-sovietico e post-imperiale. Alla fine del primo decennio di questo secolo l'inefficienza e persino il marcio dell'idea liberale pro-occidentale divennero talmente evidenti che con tutto il desiderio della nuova classe politica russa di mantenere nel Paese lo status quo, iniziò un naturale spostamento delle élite russe verso delle nuove idee più aderenti al momento storico. Così, dopo che l'Occidente ha dato inizio in Ucraina all'operazione "costringere al caos", [1] non solo agli intellettuali, ma anche agli studentelli che vanno male a scuola si è reso evidente il fallimento dei concetti derivanti dalla dottrina liberale sulla formazione di una "società apertissima", sulla costruzione di una "Grande Europa" e così via.

La caduta in Russia dei ritmi di crescita economica e il venir meno in quei compradores, che in questo momento occupano tutti i posti-chiave nel Governo, della forza per cambiare in meglio la situazione dell'economia russa hanno determinato l'appello del Presidente della Federazione Russa e del suo "gruppo di interessi" alla ricerca di un punto d'appoggio in un nuovo e più pragmatico spazio concettuale. E così il 12 settembre del 2012, all'incontro con la gioventù a Krasnodar, Vladimir Putin ha fatto notare come "noi si debba costruire il proprio futuro su fondamenta solide, che sono costituite dal patriottismo…È il rispetto verso la nostra storia e le nostre tradizioni, verso i valori spirituali delle nostre genti, verso la nostra cultura millenaria e l'esperienza unica della coesistenza di centinaia di popoli e di lingue sul territorio della Russia". [2] Mentre il 4 settembre 2013, il Presidente russo ha per la prima volta definito il proprio orientamento politico, dichiarandosi "pragmatico e di tendenza conservatrice". [3]

La svolta del Presidente verso il conservatorismo nella sua versione patriottica ha spronato i rappresentanti delle ali "destra" e "sinistra" del campo politico russo verso un tipo differente di attività di orientamento antiliberista. Col sostegno di una delle torri del Cremlino si è formato l'Izborskij club, che presenta l'idea del "Quinto impero". Si sono attivati tipi diversi di uomini di Stato, tra cui neoconservatori, počvenniki, ordyncy, monarchici, centoneri e semplici russofili ed eurofobi. Col beneplacito "dall'alto" sono stati costituiti il Movimento Nazionale di Liberazione (NOD), il gruppo "Essenza del tempo" e altre strutture deputate a riunire i patrioti filo-governativi contro tutto ciò che è filo-occidentale.

Tra l'altro, gli eventi in Ucraina hanno dimostrato che l'idea imperiale non è semplicemente un anacronismo, ma uno stimolo potente per coloro che oggigiorno vivono non solo nei nuovi Stati indipendenti, ma anche nelle aree autonome della Federazione Russa e nelle nostre capitali internazionali e cosmopolite, cioè Mosca, San Pietroburgo e Kazan'. Le altre concezioni antiliberiste si sono impantanate nella marginalità e nell'incapacità di proporre al potere una qualche alternativa valida e sistematica al calo ininterrotto dei ritmi di sviluppo economico della Russia.

Del resto, oltre alle idee suddette, nel mondo intellettuale russo già da parecchio tempo è apparsa anche un'altra'idea, quella della civiltà. In particolare, durante le ultime elezioni presidenziali nella mani degli scrittori di discorsi  di Vladimir Putin sono finiti gli opuscoli "Civiltà degli attivisti" e "Dalla "Nuova Russia" alla civiltà euroasiatica". [4] È possibile che questo stesso fatto sia diventato uno dei catalizzatori dell'apparizione nel messaggio del Presidente russo all'Assemblea Federale della Federazione Russa del dicembre 2012 della locuzione "La Russia è uno Stato-civiltà". In maniera ancora più esplicita su questo tema il Presidente si è pronunciato durante la seduta del club Valdai il 19 settembre 2013: "Proprio dal modello di Stato-civiltà derivano le particolarità del nostro assetto statale". [5]

La tendenza dell'idea di civiltà ha contagiato anche il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Cirillo I. Nel parlare il 31 ottobre 2013 al XVII Concilio Popolare Russo Mondiale, ha notato: "la Russia è uno Stato-civiltà, con il suo proprio corredo di valori, i suoi principi di sviluppo sociale, il suo modello di ambiente sociale e di Stato, il suo sistema di coordinate  storiche e morali". [6] Infine, dopo la riunificazione della Crimea alla Russia e la costituzione di forze di Milizie popolari nel sud-est dell'Ucraina l'idea della civiltà ha occupato un posto ben saldo nel sistema della nuova ideologia del mondo russo in qualità di ideologema di base.

In questo modo, nella primavera del 2014 si è formato in Russia un nuovo discorso politico in cui il concetto di "civiltà" ha acquisito un significato chiave.

Dunque, il NOME della nuova Idea nazionale è "ideologia della civiltà russa-panrussa". Determinato anche l'OGGETTO di questa idea: il Mondo russo, beninteso non in senso etnico e da "počvenničestvo", ma in quello di civilizzazione (culturale-geografico, sovra-etnico), come elemento di massima importanza, anche se non unico e non dominante nella comunità euroasiatica oggi in via di formazione…Nell'articolo "Acquisizione di un'ideologia nazionale" [7] si propone di ricomprendere sotto la definizione di "Mondo russo"

а) tutti i cittadini della Federazione Russa, indipendentemente dalla nazionalità, dal credo religioso e dal luogo in cui vivono;

b) tutti i russi e i russofoni, indipendentemente dal luogo in vivono e dalla loro cittadinanza;

c) lo spazio della Federazione Russa e degli altri Paesi alleati della Russia, i cui cittadini condividono gli obiettivi e i valori di civiltà della Russia e dei russi e desiderano esprimersi in russo e unirsi alla cultura russa.

Oltre al nome e all'oggetto della Nuova ideologia nazionale, è stato determinato anche l'OBIETTIVO: si tratta dello sviluppo della civiltà della Federazione Russa e del Mondo russo, deputato a diventare lo SCOPO della politica interna ed estera della dirigenza russa. Si parla proprio di un'idea di civiltà (non nazionale, imperiale o post-sovietica) e proprio di sviluppo, e non di "riforme", "rivoluzione", "trasformazione" filo-occidentale o qualcosa di analogo.

Il paradigma di sviluppo della civilizzazione presuppone la trasmissione alla mentalità della maggioranza dei cittadini russi di adeguati concetti ideal-politici in un formato di ideologia che sia autenticamente di scala nazionale, cioè "capace di accomunare"; la premessa di quest'ultima l'uscita della società da una condizione di anomia (termine del sociologo Émile Durkheim) attraverso la messa al centro della suddetta ideologia non una questione di potere, ma di un fattore antropico e di un'estesa assiologia come sistemi di valori e di imperativi, che distinguano la civiltà russa-panrussa da altre civiltà transregionali e che diano il senso tanto ricercato a tutti i processi in atto nel nostro Paese, nessuno escluso.

Alla base della nuova ideologia russa di civiltà si trova l'esperienza storica, socioculturale e di diverso tipo che appartiene all'antica Rus' e alla Russia, connessa alla priorità di un'elevata spiritualità e al disprezzo per il "vitello d'oro"; vi è chiaramente in essa una buona dose di mito e di immaginazione staccata dalla realtà per quanto riguarda sia il testo che l'alta spiritualità. Tuttavia occorre dire che in Russia riscontriamo la pratica di esporre le priorità morali-spirituali, la quale scaturisce dall'essenza rurale-creativa del super-ethnos russo, che rappresenta l'antitesi delle etnie e degli Stati formatisi sulla priorità dell'ottenere profitto prevalentemente da operazioni finanziarie e dal commercio (compreso il commercio di persone) e costituitisi avendo come base questa capacità capitalista di produzione e di relazione consumistico-utilitaria con l'individuo e con la natura circostante.

Riteniamo che per il 2017-2018 l'idea dello sviluppo di civiltà del Mondo Russo diventerà nel nostro Paese determinante e fondante per quella visione del mondo che, dopo alcuni decenni di sterili interpretazioni nella cornice di tematiche esterne imposteci all'inizio del 20esimo secolo, si arricchirà non solo di dibattiti vivi, ma anche di approcci innovativi, di concrete ricerche applicate, di analisi di qualità e di previsioni e progettazioni di professionisti sul futuro della Russia e dell'Eurasia.

 

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[1] Lepekhin V.A. Accordo di associazione all'UE come costrizione al caos. Preludio alla Grande guerra  eurasiatica. Odnako, 16 luglio 2014.

[2] Cfr. http://ruskline.ru/news_rl/2012/09/13

[3] Cfr. http://www.rbc.ru/rbcfreenews/20130904114725.shtml

[4]  Cfr. V.A.Lepekhin, V.Yu.Belsky e altri Civiltà degli attivisti — M., Nauka, 2012. Cfr. anche V.A.Lepekhin, V.Yu.Belsky e altri Dalla "Nuova Russia" alla Civiltà eurasiatica. — M., Nauka, 2012.

[5] http://www.rg.ru/2013/09/19/stenogramma-site.html

[6] http://www.patriarchia.ru/db/text/3334783

[7] V.A.Lepekhin, V.P.Petrov. Acquisizione di un'Ideologia nazionale (Cfr. http://inst.eurasec.com/aktual_tem/4792/